Cardiotossicità da chemioterapia: quando le cure oncologiche mettono a rischio il cuore
Dr. Giovanni Chiarelli Cardiologo presso l’Irccs a Candiolo
Cardiotossicità da chemioterapia: quando le cure oncologiche mettono a rischio il cuore
Le terapie antitumorali, in particolare la chemioterapia, rappresentano una delle armi più potenti nella lotta contro il cancro. Tuttavia, questi trattamenti possono avere effetti collaterali, tra cui danni al cuore, una condizione nota come cardiotossicità.
Cos’è la cardiotossicità?
La cardiotossicità è un insieme di effetti avversi sul cuore causati dai farmaci chemioterapici. Questi farmaci, infatti, oltre a colpire le cellule tumorali, possono danneggiare anche le cellule del cuore, compromettendone la funzionalità.
Quali sono i farmaci chemioterapici più cardiotossici?
Numerosi chemioterapici possono causare cardiotossicità, tra cui:
- Antracicline: come la doxorubicina e l’epirubicina, sono tra i più noti per i loro effetti sul cuore.
- Trastuzumab: un anticorpo monoclonale utilizzato nel trattamento del tumore al seno, può causare danni al muscolo cardiaco.
- Inibitori dell’ERBB2: come il lapatinib, possono provocare problemi cardiaci.
Quali sono i sintomi della cardiotossicità?
I sintomi della cardiotossicità possono essere molto variabili e spesso aspecifici, rendendo difficile la diagnosi precoce. Tra i più comuni troviamo:
- Affaticamento: sensazione di stanchezza eccessiva.
- Dispnea: difficoltà a respirare, anche a riposo.
- Edema: gonfiore alle gambe o ai piedi.
- Palpitazioni: sensazione di cuore che batte in modo irregolare o troppo forte.
- Dolore al petto: simile a quello dell’angina.
Come si diagnostica la cardiotossicità?
La diagnosi della cardiotossicità si basa su un attento esame clinico del paziente, sull’elettrocardiogramma (ECG) e su altri esami specifici come l’ecocardiogramma, la risonanza magnetica cardiaca e il test da sforzo.
Come si tratta la cardiotossicità?
Il trattamento della cardiotossicità dipende dalla gravità dei sintomi e dalla causa sottostante. In alcuni casi, potrebbe essere necessario ridurre la dose del chemioterapico o interromperlo temporaneamente. Altri trattamenti possono includere:
- Farmaci: per proteggere il cuore e migliorare la sua funzione.
- Dispositivi medici: come il defibrillatore impiantabile cardioverter (ICD), in caso di rischio di aritmie gravi.
- Chirurgia cardiaca: in casi molto gravi.
Prevenire la cardiotossicità
La prevenzione della cardiotossicità è fondamentale e si basa su:
- Valutazione accurata del rischio: prima di iniziare la chemioterapia, è importante valutare il rischio individuale di cardiotossicità.
- Monitoraggio costante: durante il trattamento chemioterapico, è necessario monitorare regolarmente la funzione cardiaca.
- Terapie protettive: in alcuni casi, possono essere utilizzate terapie protettive per ridurre il rischio di danni al cuore.
È importante sottolineare che la cardiotossicità è un effetto collaterale serio, ma gestibile. Grazie alle nuove tecnologie e ai progressi della medicina, è possibile monitorare e trattare efficacemente questa complicanza, garantendo la massima sicurezza ai pazienti oncologici.
Conclusioni
La cardiotossicità da chemioterapia rappresenta una sfida importante per i medici oncologi e cardiologi. Tuttavia, grazie alla collaborazione tra queste due specialità e all’utilizzo di strumenti diagnostici sempre più sofisticati, è possibile prevenire, diagnosticare e trattare efficacemente questa complicanza, migliorando così la qualità di vita dei pazienti oncologici.
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